La storia della sedia chiavarina
La sedia di Chiavari è un'invenzione straordinaria, merito del grande genio creativo di Giuseppe Gaetano Descalzi, abilissimo ebanista chiavarese. Nel 1807 stimolato dal sodalizio con la Società Economica di Chiavari il Descalzi (soprannominato “Il Campanino” perché discendente da una famiglia di campanari) diede alla luce la sua famosa creazione che lo avrebbe in poco tempo consegnato alla storia delle arti minori.
La nuova sedia apparve subito in tutta la sua singolarità: un design di grande modernità, pulito e minimale, privo degli eccessi decorativi tipici del tempo ma soprattutto una struttura del tutto inedita che lasciò tutti sbalorditi (e ancora oggi non smette di farlo) per la sua capacità di unire leggerezza estrema ad una robustezza senza pari. Si narra perfino che per testarne la bontà costruttiva, il Campanino volle gettare la sedia dalla finestra della sua abitazione: pare che la seggiola, pesante poco più di un chilogrammo, sia rimbalzata sulla strada sottostante senza rompersi, dando prova delle sue caratteristiche straordinarie.
Così grazie alla sue doti di assoluta unicità la chiavarina conobbe in breve tempo una rapida e vastissima diffusione che la condusse in tutte le corti più importanti d'Europa e ricevette l'apprezzamento di personaggi storici, da Napoleone III a Francesco I di Borbone fino ad arrivare a tempi più recenti, con la celebre comparsa alla Casa Bianca durante lo storico incontro tra Reagan e Gorbaciov).
Stagionatura
La stagionatura è una fase fondamentale per determinare la qualità della materia prima e la sua durata nel tempo.
Per ottenere i risultati migliori deve essere effettuata in maniera rigorosamente naturale, permettendo cioè che l'aria, circolando spontaneamente, provveda al progressivo essiccamento del legno.
I tempi di stagionatura dipendono dallo spessore delle tavole, normalmente sono necessari dai due ai cinque anni per garantire prestazioni ottimali.
La lavorazione
La lavorazione vera e propria può iniziare solo quando il legno è essiccato a regola d'arte.
Le tavole vengono allora portate in laboratorio e mediante le apposite sagome, vengono ricalcate e tagliate le varie parti della seggiola. Queste sono dapprima sagomate tramite l'ausilio dei macchinari a conduzione manuale, quindi rifinite minuziosamente a mano fino ad eliminare anche la più piccola imperfezione. Non si contano le ore di levigatura necessarie a ricavare una superficie che tende alla perfezione. Alcuni componenti sono invece torniti a mano con un grado di finitura inarrivabile da qualsiasi macchinario industriale.
sia necessaria una notevole forza e molti “colpi di mazza” perché l'unione sia perfetta.
Questo garantisce la straordinaria durata delle nostre seggiole.
La lavorazione vera e propria può iniziare
solo quando il legno è essiccato
a regola d'arte...
Siamo prima di tutto falegnami, con storie e formazioni diverse ma accomunati dalla stessa passione: plasmare il legno con le proprie mani